L’Agenda 2030 dell’ONU definisce i 17 SDGs

Il 25 settembre 2015, i 193 Paesi membri dell’ONU sottoscrivono un programma di azione denominato Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Questa contiene i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) che, ampliati singolarmente nel dettaglio, delineano un totale di 169 traguardi che i Paesi ONU si impegnano a raggiungere in 15 anni, entro il 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile rappresentano una continuazione degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals – MDGs), scritti nel 2000 in occasione del Summit del Millennio dell’ONU con l’impegno dei Paesi di raggiungerli entro il 2015.
Riconoscendo l’importanza delle basi per lo sviluppo che questi avevano posto, ma anche l’incapacità di raggiungere un progresso equo in tutti i Paesi (in particolare in quelli meno sviluppati), l’Assemblea Generale ONU ribadisce il suo impegno con l’Agenda 2030.
Non abbiamo un piano B perché non esiste un pianeta B.
Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite in carica dal 2007 al 2016
Le cinque aree di intervento
La risoluzione dell’Assemblea Generale ONU definisce le principali aree di intervento (le “5 P”) a cui corrispondono gli obiettivi e in cui è fondamentale agire per salvaguardare l’umanità e il pianeta.
In sintesi:
- Persone – eliminare la povertà e la fame, in tutte le loro forme e dimensioni, per garantire a tutti gli esseri umani la possibilità di realizzarsi con dignità ed uguaglianza in un ambiente sano.
- Pianeta – proteggere il pianeta dalla degradazione, attraverso un consumo e una produzione consapevoli, una gestione sostenibile delle risorse naturali e l’adozione di misure urgenti contro il cambiamento climatico.
- Prosperità – assicurare a tutti gli esseri umani di godere di un progresso economico, sociale e tecnologico in armonia con la natura.
- Pace – promuovere società pacifiche, giuste ed inclusive, libere dalla paura e dalla violenza.
- Collaborazione – implementare l’Agenda attraverso una Collaborazione Globale per lo sviluppo Sostenibile, basata su uno spirito di rafforzata solidarietà globale, concentrato in particolare sui bisogni dei più poveri e dei più vulnerabili.
Non ci può essere sviluppo sostenibile senza pace, né la pace senza sviluppo sostenibile.
Tratto dalla risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015

I 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile
- Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
- Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
- Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
- Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
- Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze
- Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie
- Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
- Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
- Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
- Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni
- Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
- Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
- Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze
- Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
- Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
- Promuovere società pacifiche e più inclusive; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli
- Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Le origini dell’Agenda 2030
Ecco i principali passi della comunità internazionale che hanno portato alla stesura dell’Agenda 2030, a partire dalla definizione di “sviluppo sostenibile”.
1987 Pubblicazione di “Our Common Future” (detto Rapporto Brundtland) dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo (WCED) che definisce per la prima volta il concetto di “sviluppo sostenibile”(leggi anche qui Il ruolo del Turismo nello sviluppo locale).
1992 Rio de Janeiro, Brasile – Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED)/Vertice della Terra in cui è sviluppata l’AGENDA 21, proposta di una partnership globale per migliorare la vite delle persone e proteggere l’ambiente nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. In questa sede viene stipulata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) che da inizio alle annuali Conferenze delle Parti (COP).
1997 Kyoto, Giappone – pubblicazione del Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale, ratificato in occasione della COP3.
2000 Adozione della Dichiarazione del Millennio dall’Assemblea Generale dell’ONU in cui vengono descritti gli otto Obiettivi del Millennio da raggiungere entro il 2015.
2002 Johannesburg, Sud Africa – Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile riafferma gli impegni presi dalla comunità globale, rafforzando l’importanza delle partnership multilaterali per raggiungere gli obiettivi comuni.
2012 Rio de Janeiro, Brasile – Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (UNCSD)/Conferenza di Rio + 20 e pubblicazione del rapporto “The Future We Want” che da inizio al processo di definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDGs.
2013 Istituzione dell’Open Working Group, un gruppo di lavoro composto da 30 membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di identificare gli obiettivi specifici degli SDGs e preparare una proposta.
2014 – 2015 Lavori di consultazioni e negoziazioni preliminari all’adozione dell’Agenda 2030 durante il Summit Mondiale tenutosi a New York il 25 settembre 2015.
Il 2015 è un anno significativo per la definizione delle strategie politiche ed economiche verso uno sviluppo sostenibile.
Nel mese di marzo si tiene a Sendai, in Giappone, la Conferenza Mondiale sulla Riduzione del Rischio che porta all’approvazione del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, uno strumento di guida per la l’Agenzia ONU UNISDR (Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio Disastri) che analizza i fattori di rischio delle calamità naturali e promuove attività di informazione e prevenzione.
Nel mese di luglio ad Addis Abeba, in Etiopia ha luogo la Terza Conferenza Internazionale sul Finanziamento allo Sviluppo per definire a livello globale le modalità di finanziamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, individuando misure concrete per fare fronte alle sfide economiche, sociali ed ambientali del mondo.
Infine, nel mese di dicembre, dopo il Summit Mondiale di New York, a Parigi si approva il Paris Agreement on Climate Change per la riduzione di emissione di gas serra, firmato dagli Stati aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) in occasione della COP21 di Parigi.
A che punto siamo ora?
Nel 2012 viene istituito in occasione della Conferenza di Rio +20 il Forum Politico di alto livello delle Nazioni Uniti sullo Sviluppo Sostenibile che si riunisce annualmente sotto la guida del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC)
Questo rappresenta la principale piattaforma delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile con il ruolo di monitorare l’applicazione dell’Agenda 2030 a livello mondiale, valutare i progressi ottenuti e i ritardi nel raggiungimento degli obiettivi. In questa sede vengono anche incoraggiati gli Stati membri a monitorare l’andamento dell’agenda a livello nazionale e fornire i dati raccolti per i successivi incontri del forum.
Nel 2017 anche l’Italia ha deciso di sottoporre al giudizio mondiale le sue strategie pubblicando la propria Voluntary National Review, (VNR) dove ribadisce l’impegno e specifica le azioni messe in campo per integrare gli SDGs dell’Agenda 2030 nella propria programmazione economica, sociale e ambientale
Adesso è però fondamentale passare dalle parole ai fatti, con misure concrete e urgenti che accelerino la transizione verso un’Italia sostenibile da tutti i punti di vista.
Enrico Giovannini portavoce dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in merito al Voluntary National Review del Governo italiano.
Per conoscere più dettagli sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ti consiglio di visitare il sito ufficiale
Per una fonte in italiano invece, visita il sito dell’Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.